Intervista ad Iwami Toshio soke, 11° successore di Miyamoto Musashi. Di Nguyen Thanh Thiên.
17 Ottobre 2010 – Kokura, Kitakyushu, Kyushu, Japan.
Traduzione di Kajiya Takanori e Jouanah Ghori, Lorenzo Ricci (italiano).
Iwami soke. Photografia di Nguyen T.T.
Nguyen Thanh Thien: Iwami Soke, grazie per la volontà di rispondere a queste domande. Le sue risposte saranno molto interessanti per il popolo marziale di tutto il mondo.
La sua scuola di spada è famosa per il suo fondatore, Miyamoto Musashi, che è considerato da molti come il più grande spadaccino della storia giapponese, e per il suo “Libro dei Cinque Anelli”, Gorin no Sho. Come collega queste due pietre miliari delle arti marziali?
Iwami Toshio soke: I pensieri di Musashi espressi nel Gorin no Sho, Libro dei Cinque Anelli, sono riflessioni comuni non solo per i giapponesi, ma anche per le persone di tutto il mondo. Potremmo dunque dire che Musashi e le sue idee sono ancora vive ed attuali nel nostro modo di pensare.
Nguyen Thanh Thien: Che cosa significa imparare dal Soke? (Per lei in relazione al Soke Imai e per i suoi allievi in relazione a lei).
Iwami Toshio soke: Per Soke si intende l’unico che è riuscito a sviluppare i giusti pensieri e competenze. Dobbiamo imparare attraverso il Soke come attraverso uno specchio: potremmo anche dire che il Soke è l’ago e gli allievi sono i fili, ovvero il Soke ci guida come l’ago fa con il filo.
Nguyen Thanh Thien: Una koryu è impostata sulla discendenza? E se si, chi succede in ogni generazione?
Iwami Toshio soke: Nel nostro stile, l’allievo più esemplare può diventare Soke. Egli deve inoltre mostrare e rappresentare l’anima e la tecnica del Niten Ichi-Ryu.
In primo piano, da sinistra a destra: Sofi G., Nguyen T.T., Mr. Miyamoto Kouji 14esima generazione di Miyamoto Iori, Iwami soke, Mr. Naoyuki Ohara 14esima generazione della famiglia Ohara legata a Miyamoto Iori, Nagaoka senseï. Fotografia di T. Comont.
Nguyen Thanh Thien: Perché si usa un bokken e non una spada in metallo, la katana?
Iwami Toshio soke: Se usassimo delle spade vere nei nostri allenamenti, avremmo paura e non le maneggeremmo correttamente. E’questo il motivo per cui utilizziamo le spade di legno nella nostra pratica.
Nguyen Thanh Thien: I principianti iniziano con Itto, una spada, per proseguire con Kodachi, spada corta, e poi con Nito, due spade. Per favore può indicarci l’importanza di Itto? e di Nito?
Iwami Toshio soke: Per quanto riguarda il nostro stile, Musashi pensava che si dovessero allenare in modo indipendente entrambe le braccia. E se non fossimo riusciti ad uccidere agevolmente i nostri avversari tenendo la spada con una mano sola, avremmo dovuto impugnare la spada con entrambe le mani, come si fa nel Kendo. E’ un ragionamento molto razionale.
Nguyen Thanh Thien: Oggi i praticanti si divertono ad imparare un’arte marziale cercando di migliorarla gradualmente attraverso la pratica. Cosa ne pensa di questo metodo proprio dello spirito di una Koryu e in particolare del Hyoho Niten Ichi Ryu?
Iwami Toshio soke: Noi pensiamo che si debbano usare le spade attraverso la nostra anima, per cui non si può pensare di utilizzare le spade correttamente fino a quando non si ha un’anima propria. Quindi, prima di tutto, dobbiamo imparare ad allenare sia la mente che l’anima. Questo è il motivo per cui è necessario praticare per lungo tempo.
Nguyen Thanh Thien: Oggigiorno per la gente è difficile da comprendere il motivo per cui si debba praticare tutta la vita per imparare una Koryu. Oggi ognuno cerca di muoversi velocemente. Come può essere interpretato il concetto di veloce apprendimento e il suo contrario, il lento apprendimento?
Iwami Toshio soke: Musashi usava la parola “Tanren”.
“Tan” significa allenarsi per 1.000 giorni,
“Ren” significa allenarsi per 10.000 giorni.
Un migliaio di giorni sono circa 3 anni,
Diecimila giorni sono circa 10 anni.
Questo significa che dobbiamo praticare per tutta la nostra vita.
Nguyen Thanh Thien: Lei è venuto ad insegnare in Europa a partire dal 2004. Come sono cresciuti gli studenti attraverso il suo insegnamento?
Iwami Toshio soke: In primo luogo, dobbiamo imparare la cortesia. Mi è stato insegnato a rispettare i maestri, nel contempo che la mia abilità con la spada progrediva.
Nguyen Thanh Thien: I suoi allievi provengono da molte arti marziali. Alcuni hanno esperienza mentre altri sono dei principianti. Come riesce ad insegnare a una tale varietà di persone, sapendo per di più che provengono anche da paesi diversi?
Iwami Toshio soke: I maestri sono gli aghi e gli alunni i fili. Ciò significa che gli alunni devono seguire i maestri come fili. I maestri insegnano le tecniche e coltivano l’animo attraverso la mente di ogni allievo.
Nguyen Thanh Thien: Lei dice ai suoi studenti di tenere presente che stanno studiando Miyamoto Musashi (lei dice anche che ognuno dovrebbe aspirare ad incontrare Musashi). La maggior parte viene per imparare tecniche efficienti. C’è una differenza tra i due obiettivi?
Iwami Toshio soke: La tecnica non può che seguire l’anima. Non possiamo vincere gli avversari fino a quando non abbiamo la giusta anima. E non possiamo vincere noi stessi. Prima di tutto, dobbiamo formare la nostra anima.
Nguyen Thanh Thien: Perché pensa che così tante arti marziali facciano riferimento a Miyamoto Musashi? E perché Musashi è così importante per lo spirito giapponese di oggi? E per i suoi studenti?
Iwami Toshio soke: Musashi voleva diventare un grande maestro di spada da quando era giovane. All’età di 28 o 29 anni, aveva combattuto più di 60 duelli. Dopo aver compiuto 30 anni, fu in grado di riflettere sul suo passato e di affermare: “Quando compii 30 anni guardai indietro nella mia vita, ora devo dire che non potrei vincere contro gli avversari grazie alle mie abilità”. Egli sembra negare i successi conseguiti nel corso della sua vita. Pensava che gli avversari fossero stati deboli o che fosse stato solo fortunato. Da quel momento iniziò ad allenare la sua anima. Dopo i 40 o 50 anni l’allenamento della sua anima divenne più profondo. Alla fine raggiunse lo stadio finale.
Nguyen Thanh Thien: Soke Iwami, noi ci siamo incontrati nel 1998 a Parigi al Teatro Champs Elysees per una esibizione con 20 Koryu e successivamente, nel 2000, ad Hannover per l’Esibizione Universale. Lei faceva parte di un gruppo di Koryu (c’era Hyoho Niten Ichi Ryu, Itto Ryu, Kurama Ryu, Suio Ryu) tutti rappresentati dai loro soke e i loro assistenti. Lei ha anche incontrato Koryu in altre esibizioni in Giappone: Katori Shinto Ryu, Daito Ryu, Hontai Yoshin Ryu, Yagyu Ryu, ecc. Si tratta di una quantità enorme di attività. Qual’è l’importanza delle Koryu nella cultura giapponese?
Iwami Toshio soke: Il Kenjutsu o tali Koryu hanno plasmato la mentalità giapponese. Possiamo trovare le fondamenta del modo di vita giapponese in queste antiche arti marziali del kobudo. Ora sport da combattimento moderni come il Kendo provengono dalle scuole di Kenjutsu (arte della spada), che sono definite Koryu, vecchia scuola.
Iwami soke e Nguyen T.T. Photografia di T. Comont.
Nguyen Thanh Thien: Molte persone conoscono il Kenjutsu attraverso i film dei samurai senza sapere che si sono ispirati a personaggi reali e tecniche del Kenjutsu. Ne “I sette samurai” di Akira Kurosawa, si dice che il personaggio Kyuzo sia stato basato su Musashi. Nel duello che introduce Kyuzo, la tecnica che usa è simile a Tora Buri sebbene ricordi lo stile Katori dovuto Sugino Yoshio sensei, Direttore Coreografico delle Arti Marziali. Individua la somiglianza della tecnica e l’accenno al combattimento di Musashi con Sasaki Kojiro in cui si può riconoscere un Tora Buri ma con un balzo aggiunto?
Iwami Toshio soke: So che le tecniche si rassomigliano. Ma Musashi dice che non si dovrebbe saltare o girare durante i cambattimenti. Dobbiamo lasciare che gli avversari commettano un errore o trovare i loro punti deboli per poi attaccarli. Credo che tali scene siano fatte specificamente per i film, in modo da rendere le azioni spettacolari.